L’anno che nasce porta la speranza
di gioia e di letizia in ogni cuore,
di pace e di lavoro in abbondanza
incoronati dal più vivo amore.
Il povero lo attende fiducioso,
forse potrà donargli un pò di bene,
forse sarà per lui più generoso
recandone sollievo alle sue pene.
Guarda la terra il rude contadino
dove già il seme giace a germogliare,
di grano sarà pieno il magazzino?
Le viti molto vin potran donare?
Il fabbro, la sartina, l’impiegato,
ogni lavorator che col sudore
della sua fronte il pan s’è guadagnato
potrà sperar in un doman migliore?
Non sono io profeta per predire
le cose che riserva l’avvenire,
ma di una cosa sola son sicuro:
soltanto con la pace questo mondo
potrà donare a tutti la dolcezza
di vivere nel modo più giocondo
senza dolori e senza mai tristezza.
Che cosa porterà l’anno che viene?
Che cosa ci riserva nel domani?
Verrà la gioia oppur verran le pene?
I nostri desideri saran vani?
L’augurio ch’io vi fò nell’Anno Nuovo
è che vi sia propizio e generoso,
molta felicità nei giorni che verranno
e, come vuole il cuore, assai gioioso.
Alberto Albanese JR
Presidente onorario del Premio Letterario San Paolo